Xai-Xai

Con mio padre davanti al Museu de História Natural de Maputo (allora Lourenço Marques).
La laguna di Xai-Xai, con la scogliera che bloccava l’ingresso degli squali ma favoriva, con le molteplici fessurazioni, un buon ricambio d’acqua. La foto è stata scattata nella parte nord, verso Chonguene, nello stesso tratto si spiaggia filmata al minuto 1’45” nel video sotto.

(…) Il Mozambico era per noi italiani di Johannesburg una meta per le vacanze invernali piuttosto gettonata. Ricordo almeno due soggiorni a Lourenço Marques e due in campeggio a Praia do Xai-Xai, duecento chilometri a nord della capitale, poco oltre della foce del Limpopo. Xai-Xai è una  zona affascinante, con lagune, paludi, dune e spiagge protette da una fila di scogli affioranti a meno di cento metri dalla riva. Il Parco do Campismo  era un terreno erboso e alberato, non recintato, che si affacciava su una lunghissima laguna deserta dell’Ocean Indiano, nel bel mezzo di niente.
Il Parco esiste ancora e dai filmati che si trovano in rete (v.sotto), sembra poco rinnovato rispetto a come era alla fine degli anni Cinquanta. La qual cosa non deve stupire, perché il Mozambico non si è mai ripreso dal succedersi dei  conflitti combattuti prima per la conquista dell’indipendenza dal Portogallo e poi tra le diverse fazioni supportate da opposti blocchi di interessi internazionali.
Il campeggio allora era una struttura ricettiva rudimentale, dotata di una dozzina di bungalow prefabbricati in cemento, con il tetto di lamiera zincata. Molto previdenti, i proprietari li avevano fatti costruire all’ombra di una fitta macchia di ficus: se esposte direttamente al sole, le lamiere del tetto avrebbero trasformato i bungalow in forni roventi. Il tetto ombreggiato aveva comunque un gran difetto, che si rivelava come un tuono al passaggio notturno delle decine di cercopitechi che invadevano l’accampamento alla ricerca di cibo. Saltando di tetto in tetto queste piccole scimmie producevano un rumore  sproporzionato al loro peso e al loro numero. Il frastuono durava pochi istanti e si ripeteva  poco dopo, quando la truppa si ritirava, spesso a mani  e pance vuote. (…)

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