
Rudolf Müller, detto Rudi, un mite e compassato traduttore di testi legali, abita con la moglie Lisa in un paesino sul Lago di Zurigo. Migrante atipico, Rudi passa l’infanzia e la gioventù nella sua Svezia, in Finlandia, in Svizzera e in Pakistan, convinto di essere figlio di uno dei due uomini con cui sua madre finlandese ha concepito, tra il ‘48 e il ‘61, due maschi e due femmine.
Poco prima di lasciare il Pakistan, all’età di vent’anni, scopre che esiste una terza sorella, figlia di un terzo uomo, rimasto ignoto.
In età adulta, infine, viene a sapere di essere, in realtà, figlio di un quarto uomo, un immigrato italiano. Rudi lo cerca per anni, ne ritrova la tomba a Pinerolo, in Piemonte, e torna a casa senza saperne molto di più.
Ma Pinerolo è piccola, la gente mormora. E presto Rudi riceve una telefonata dal figlio di una coppia che nel secondo dopoguerra ha compiuto una migrazione circolare – Italia, Svezia, Sudafrica e ritorno – insieme ad altri migranti piemontesi…
“Rudi” con il nonno materno a Helsinki. Il nonno era emigrato per una decina d’anni negli Stati Uniti, facendo fortuna come imprenditore nel campo del legname. Tornò in Finlandia portandosi appresso uno spiccato gusto per l’eleganza d’impronta USA e denaro a sufficienza da investire nell’industria forestale del paese.
