Sono nato italiano “jure sanguinis”, ma la mia identità derivava semplicemente dal fatto che i miei genitori fossero cittadini italiani. Del Bel Paese non sapevo praticamente nulla. Della sua storia, della sua grande bellezza, ben poco. La lingua, appresa senza avere un solido supporto scolastico, era uno strumento che serviva quasi esclusivamente per comunicare con quei connazionali che non erano (ancora) in grado di utilizzare l’inglese, e non era un tratto distintivo della mia personalità.
Lo stile, invece, era altra cosa. La “bella figura”, che tutti gli italiani tenevano in grande stima, era riconosciuta e un po’ invidiata e imitata anche dalla altre tribù bianche del Sudafrica. Veniva coltivata con una particolare attenzione al vestiario, alla capigliatura, alla cucina e in generale al gusto per il divertimento chiassoso e per le automobili appariscenti.
Nella foto sopra: Mrs Magda Viotti, moglie di Mario (Meo) di Scalenghe (TO), accanto alla loro rara Willy’s Sedan “Aero” del 1953 con la figlia Carla (ora Senhora Viotti Cardoso, residente a Porto, dove insegna al British Council) e il sottoscritto. Nella foto sotto: lo stesso giorno, con i miei genitori
Sette marinai, sette infermiere 