Le tribù bianche

(…) In Svezia, a dire il vero, per i miei genitori la complicazione di capire lo status sociale degli interlocutori era minima. Vivevano nella Italienska Kolonin, isolati dal resto degli svedesi e dagli altri gruppi di immigrati jugoslavi, belgi, estoni e lituani. Per di più, il clima non favoriva la vita sociale se non durante la breve estate. Rimasero a Göteborg soltanto cinque anni, per cui non ebbero il tempo di fare molte amicizie al di fuori della cerchia degli italiani.
In Sudafrica, invece,  la complessità della composizione sia etnica sia linguistica degli abitanti poneva agli italiani sfide quotidiane. Tra “alieni” – e anche tra alieni e “cittadini” – nei primi incontri, dopo essersi scambiati un “My name is…”, tutti si interrogavano sulla provenienza reciproca : “Where are you from?”
Dopo qualche anno di permanenza questa domanda veniva  pronunciata sempre meno perché tutti gli immigrati europei imparavano a distinguere il gruppo di appartenenza di un qualsiasi interlocutore, partendo dal suo cognome, da come si vestiva, da come parlava e dai tratti fisici e somatici. Il gruppo di appartenenza, inoltre, spesso coincideva, nel secondo dopoguerra, con l’ambito professionale, il quale – alla fin fine – determinava anche lo status sociale. Sto parlando ovviamente dei  Whites, i bianchi, perché le esigenze d’interazione con i Non-Whites, i non-bianchi, non necessitava di competenze sofisticate, vista l’organizzazione sociale gerarchica a cui tutti erano sottoposti: una vera e propria segregazione che pochi si sforzavano di comprendere e che quasi nessuno osava criticare apertamente. Ai nuovi immigrati bianchi bastava sapere, e lo capivano subito, che la gerarchia li poneva sul gradino più alto e privilegiato e che sui gradini più bassi, senza grandi differenze tra di loro, c’erano i natives o blacks, indigeni o neri, gli Indians, e i coloureds, il popolo nato nel giro di pochi secoli di colonizzazione, con il profilo genetico  forse più vario e interessante dell’intero continente.
Per ironia della sorte, ad avere un storia genealogica e genetica  parimenti varia e interessante sono i bianchissimi rappresentanti del popolo afrikaner. Ma questa è un’altra storia. (…)

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